(Blogmensgo, blog gay del 17 marzo 2015) In un'intervista pubblicata il 12 marzo 2015 sulla rivista Panorama, gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana si sono detti contrari a PMA e GPA. Ma con parole talmente eccessive che Elton John ha fatto un appello a boicottare la loro marca.
I due grandi nomi del lusso italiano si sono detti ostili alla procreazione assistita - in particolare alla procreazione in vitro - ed alla gestazione via terzi - in particolare le madri portatrici per le coppie gay - con abbondanza di immagini degradanti.
Dolce e Gabbana hanno, in più occasioni ribadito la loro fede cristiana per dire tutto ciò che volevano dei gay che volevano sposarsi e fondare una famiglia. Questa volta, nell'intervista a Panorama (che non è stata messa online), affermano che «la sola [vera] famiglia è la famiglia tradizionale». Non vogliono «una progenie sintetica, né uteri in affitto: la vita fluisce naturalmente, ci sono delle cose che non devono essere cambiate».
E Dolce aggiunge, tra le altre considerazioni, che PMA e GPA generano «bambini chimici, bambini sintetici. Uteri in affitto e sperma su cataloghi.»
E Gabbana rafforza in modo mistico, affermando che «la famiglia non è una moda. Risiede in lei un sentimento di appartenenza soprannaturale.»
Il 16 marzo, Elton John posa con i suoi due bambini su Instagram. Qualche giorno prima aveva tuonato: «Come osate dire che i miei meravigliosi bambini sono “sintetici”?» Ricordando il «miracolo» delle nascite che ha apportato la fecondazione in vitro per le coppie eterosessuali e gay, Elton giudica la sparata dei due stilisti italiani «arcaica» e «disconnessa da quest'epoca, proprio come le loro collezioni».
E Elton John giura solennemente: «Non indosserò mai più Dolce & Gabbana.»
Il giuramento è accompagnato dall'hashtag riportato qui sotto.
Di fronte alla protesta, Dolce e Gabbana hanno creduto di potersi discolpare protestando « false informazioni» o un'incomprensione. Peggio ancora, hanno dirottato il logo «Je suis Charlie» per farne «Je suis D&G».
#BoycottDolceGabbana
Commento. Boicottare Dolce & Gabbana? Anche due volte!
Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono gay che fanno vergogna alla comunità LGBT. Non perché sono ostili al matrimonio gay, all'adozione omogenitoriale, alla PMA e alla GPA (ognuno ha le proprie opinioni). Non perché lo urlano (ognuno ha la propria modalità di espressione). Ma perché lo fanno nella maniera più meschina possibile: lanciando un anatema contro i loro avversari e facendo, in maniera ostentata, il gioco dei peggiori ne,mici della comunità.
Immaginiamo facilmente degli imbecilli impadronirsi delle affermazioni di Dolce e Gabbana per farne, senza cambiare una virgola, le argomentazioni per la loro prossima manifestazione omofoba.
La meschinità si trasforma in abiezione dal momento che i due stilisti si presentano come i campioni della libertà d'opinione vittime di un attentato retorico. Confiniamo col punto Godwin, per rimanere educati.
Sì, boicottare Dolce & Gabbana. Ma in una maniere più sottile. Dicendo che si boicottano allo stesso tempo i due ex amanti e la loro marca. E aggiungendo anche che al boicottaggio si accompagnerà un silenzio assoluto: mai più si parlerà di loro. Boicottaggio e spazzatura.
Dominique Gallet, in memoriam
Poco prima di scrivere questo articolo mi è giunta la terribile notizia che segue.
Esattamente sette anni fa, consegnavo a Dominique un lavoro che mi era stato comandato sapendo che stavo passando un brutto quarto d'ora col mio banchiere.
(E qualche giorno più tardi scrivevo i miei primi articoli su questo blog.)
La lingua francese e la francofonia gli sopravvivono – un po' anche grazie a lui.
Ma con lui è una parte di me che se ne va.
Arrivederci, Dominique. Adesso saprai se Dio esiste e se è francofono.
Traduzione da un articolo originale di Philca di MensGo.Fr.
Giorgio / MensGo